ORME Festival si riconosce nel modello sociale della disabilità che definisce la disabilità come il risultato di una relazione tra la persona e la società. È questa relazione che può generare una situazione disabilitante: la responsabilità di un cambiamento è quindi una responsabilità sociale e politica condivisa da tutte e tutti. Il festival è un’occasione per costruire questo cambiamento e per farlo lavoriamo prendendoci cura di noi, misurandoci con le nostre energie e i nostri bisogni. Siamo consapevoli che non possiamo sempre essere attive e performanti, riconosciamo che abbiamo dei limiti e rallentiamo quando è necessario. Questa è la base della spoon theory (“teoria del cucchiaio”): in questa teoria i cucchiai diventano l’unità di misura dell’energia fisica e mentale che abbiamo a disposizione per affrontare la vita di tutti i giorni. Riconosciamo che rallentare e prendersi il tempo per sé e il tempo di cui abbiamo bisogno per fare le cose con cura per noi e per le altre persone è un’azione necessaria. Abbiamo bisogno di sentirci comodi e comode in un tempo dilatato, che adattiamo alle nostre necessità. Questo è il concetto del crip time, un concetto che arriva dal mondo dell’attivismo delle persone con disabilità e che indica un tempo rallentato, diluito, imprevedibile, un tempo e che si adatta alle necessità concrete delle persone che vanno a un ritmo diverso da quello dettato dalla produttività capitalista. Come dice Alice Wong “non dovremmo essere noi a doverci adattare al tempo degli orologi. Sono gli orologi che devono camminare al nostro passo”.
Tutto questo trova espressione in azioni concrete di accessibilità che come ORME Festival rivolgiamo al nostro pubblico e al nostro staff, perché l’accessibilità riguarda tutte e tutti e parte da azioni concrete che possiamo attivare nella nostra vita di tutti i giorni.
Gli obiettivi di ORME Festival sono: garantire un’esperienza di fruizione e partecipazione culturale di qualità a persone con disabilità motoria, individuando e organizzando spazi e percorsi accessibili collaborare con interpreti LIS e associazioni del territorio per rendere gli appuntamenti e la comunicazione accessibile a persone Sorde promuovendo la partecipazione attiva alla vita culturale consentire l’accessibilità degli appuntamenti a persone cieche ed ipovedenti attraverso l’audiodescrizione poetica dal vivo e altri strumenti come la visita guidata tattile e la mappa tattile dello spazio scenico creare una rete di cura a livello intersezionale con le realtà del territorio e internazionali, parlando a pubblici sempre più plurali
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